Cos'è la cessione del quinto
La cessione del quinto dello stipendio è una formula di prestito personale dedicata a lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato o pensionati. Essa prevede un valore massimo di ogni rata mensile che corrisponde al quinto dello stipendio o della pensione. Ciò che distingue la cessione del quinto da altri tipi di finanziamento è il fatto che il rimborso non è effettuato dal richiedente: la rata è trattenuta in busta paga o cedolino pensione ed è gestita dal datore di lavoro o dall'ente pensionistico. Per tale ragione, la cessione del quinto rientra a pieno titolo nelle forme di prestito garantita e prevede un'assicurazione obbligatoria, che si attiva in caso di decesso del richiedente.
Rinnovo della cessione del quinto: la normativa
Per rinnovo della cessione del quinto si intende la sua rinegoziazione: sfruttando quest'opportunità è possibile liquidare il prestito in corso e richiedere nuova liquidità.
Per il rinnovo della cessione del quinto la normativa è chiara: essa si incentra sull'articolo 39 della Legge n. 180 del 1950 secondo la quale è possibile la rinegoziazione della cessione del quinto quando il debitore ha già rimborsato il 40% dell'importo totale del debito. Pertanto, chi ha stipulato un prestito della durata di 10 anni, ovvero di 120 mesi, potrà rinegoziare il prestito dopo 4 anni, ovvero dopo 48 mesi.
La situazione cambia per chi ha sottoscritto un prestito della durata uguale o inferiore a 60 mesi: in questi casi è possibile richiedere una rinegoziazione anche prima di aver saldato il 40% del debito, ma è necessario sottoscrivere una nuova cessione del quinto della durata di 10 anni, ovvero di 120 mesi.
Nel 2019 la Banca d'Italia è intervenuta per sottolineare che il rinnovo della cessione del quinto prima dei quattro anni o comunque prima del versamento dei 2/5 del debito totale è vietato. Possono richiedere la rinegoziazione del prestito con cessione del quinto tutti coloro che ne hanno in corso uno: sostanzialmente con il rinnovo del prestito si richiede una somma che andrà in parte a coprire il debito residuo e in più una liquidità aggiuntiva.
Con la rinegoziazione di un prestito di questo genere si attua quindi, da un lato, l'estinzione anticipata della cessione del quinto, dall’altra, una richiesta di un nuovo prestito. Prima di rinnovare una cessione del quinto è importante valutare l'importo del vecchio prestito da corrispondere, includendo le spese di istruttoria e di intermediazione. Del vecchio prestito non dovranno essere versati gli interessi non goduti, è rimborsabile anche la quota di premio assicurativo non goduto. Il calcolo del rimborso della cessione del quinto, avviene valutando i mesi restanti per l'estinzione naturale del prestito e considerando le restanti porzioni delle spese assicurative, accessorie e delle commissioni finanziarie non godute.
Cessione del quinto e rimborso sul 730: quali possibilità
Le rate di un prestito con cessione del quinto non possono essere detratte, nella maggior parte dei casi, con il modello 730, in quanto esse sono considerate delle spese di rimborso di un capitale ottenuto. Nel 730, però, possono essere inserite le spese previste dalla legge, i costi dell'assicurazione e le spese accessorie in caso di estinzione anticipata.
Detraibili dal 730 sono invece le voci di spesa della penale in caso di estinzione anticipata della cessione del quinto. In questo caso, le spese sono detraibili per il 19%. Pertanto, al momento della compilazione del 730 si dovrà decurtare l'imponibile IRPEF lordo con tutte le spese di assicurazione sostenute per il prestito e in più le spese sostenute in caso di estinzione anticipata, calcolati per il 19%.
Vi è una sola eventualità per cui è possibile inserire tutte le voci di spesa che riguardano un prestito con cessione del quinto, ovvero quella che vede un lavoratore richiedere un prestito con cessione del quinto per dar vita ad un'attività in proprio. In questo caso, fra le voci di rimborso compaiono anche gli interessi.
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